POETRY
Dove
Dove ci incontreremo?
Forse all’inferno? O in una scatola rossa?
Ricorderò il tuo nome, te lò dirò con orgoglio.
Rivedrò le tue smorfie, sul profilo delle cose.
Dove balleremo?
Forse in un letto caldo come l’imbrunire.
O sotto la pancia di un elefante.
Dove parleremo?
Nessuno sa se il mondo è vivo.
Il mondo… con tutta la sua aria.
E questa sporca verità,
questa macchia gialla che sbava sempre il tempo,
dove ci prenderà?
Senza speranza né vizio,
mentre il piccolo batterista sogna di là.
A Roma
Amo quella fabbrica di gabbiani e di pioggia.
Quella sua immagine che trattiene il profilo
e non produce più niente.
Quella forma che si staglia, nel fondo del grigio,
come un sottomarino in attesa.
Mi sembra che questa presenza voglia dire qualcosa:
una possibilità, un fatto, qualcosa al di sopra di ogni sospetto.
Incurante, silenzioso e pure, ironico.
In questo giorno in cui è morta una poetessa a Cracovia,
mentre il vento e il freddo risucchiano la città eterna,
questa forte apparenza
sembra la sua anima.
Il suo silenzio rappresenta qualcosa,
forse l’onore di cui è capace il paesaggio.
Ciò che si può offrire ad una città che, si sa, non ama i suggerimenti.
Dal cielo
La notte dietro una finestra
nella città che non sa più niente,
la città sporca come dopo una festa,
o una promessa non mantenuta più.
Le luci, le strade bagnate,
qualcosa che pensa a te
alle tue gambe ferme sulla sedia
che non vanno laggiù.
Chi scivola ancora?
Gli occhi si chiudono nel fumo,
una finestra è solo uno squarcio
che ha perso ogni cosa e forse anche il blu.
E la luna non è una promessa
La luna e tu…
La strada dietro una finestra.
Distesa come una serpe in attesa
Pronta a difendere il suo silenzio terreno
Mentre qualcuno, in silenzio, scende dal cielo.