Il bosco di Cosimo Piovasco di Rondò, la villa di Ilse e Cotrone, le città, le campagne e il mare di un bambino girovago e capriccioso, ovvero tre miti fondamentali della cultura italiana del Novecento: Il barone rampante di Calvino, I giganti della montagna di Pirandello, Le avventure di Pinocchio di Collodi.
La favola scenica di un regista, nelle pagine indimenticabili di un diario di bordo di disarmante ingenuità/verità, sul mare dell’oblio cosciente:
“Credo che l’esistenza del mare abbia molto a che fare con l’esistenza dell’arte… Sul mare è il vero viaggio! Su la sua immensa groppa… la fonte più profonda per i desideri e le nostalgie! (…)
(…) Vorrei non spiegare niente… preferirei che questa favola scenica lasciasse i segni nell’immaginazione!
Ora sono qui e scrivo ma mentre lo faccio non posso non ricordare che ho un patto segreto con il silenzio e che dunque sto tradendo. Il silenzio… è lui che mi permette molto… che raduna il mio teatro al centro della sua origine. A volte perfino portandomi dove la scena improvvisamente mi guarda e gli oggetti diventano così vicini.
Dove sento il mio posto finalmente nello spazio… lì dove sono sempre stato ma dove vado così raramente.”
Un bel libro sul calcio a cui ho partecipato. Da un piccolo paese della Campania un ottimo esempio di gioco di squadra e di opera che si apre al tempo…
La ricchezza del calcio va aldilà delle capacità dei calciatori, sia quelle prettamente agonistiche, sia quelle intellettuali ed emotive. Il calcio è un problema che si risolve continuamente (anche da sé) e che continuamente resta insoluto, perfino misterioso.
Anche il gol non sa fermare la sua corsa, la sua tensione incessante.
Non c’è rete, per quanto meravigliosa e definitiva, che possa contenere questa inspiegabile pressione fisica e metafisica insieme. E quanto al fischio di fine partita, esso può solo restituire il desiderio “originale”, riportare tutti e tutto allo stato iniziale, lasciando, dunque, il desiderio di continuare… a dominare il mondo.
Il calcio è paragonabile al sesso oppure alla tenerezza.
Chi non li conosce, prima o poi, magari in un’altra vita o su un altro pianeta, li conoscerà…